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Perché si continua a parlare di PNIEC e quali novità ci sono?

Se siete interessati alle questioni energetiche non vi sarà di certo sfuggito il continuo parlare  di PNIEC da più di un mese a questa parte. Ma ricordiamo prima di tutto…

Se siete interessati alle questioni energetiche non vi sarà di certo sfuggito il continuo parlare  di PNIEC da più di un mese a questa parte.

Ma ricordiamo prima di tutto cos’è il PNIEC. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima è un documento che viene introdotto dal #unioneeuropea in una riforma del 2018. Il Piano fissa gli obiettivi al 2030 su efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione di CO2, sicurezza energetica, mercato unico dell’energia e mobilità sostenibile.

Da quando il 30 Giugno scorso il Ministro Pichetto Fratin ha ufficializzato di aver inviato una prima bozza di modifica del PNIEC a Bruxelles le polemiche da ogni parte non si sono fatte attendere. La critica maggiore che viene mossa, anche da fonti autorevoli e che non ci si smuove più di tanto dal #gas che per il MASE rimane centrale nella politica energetica italiana e già questo fa storcere un po’ il naso. Inoltre non si delinea una strategia di uscita dalle fonti fossili. 

Gli obiettivi si attestano al  40% sulle rinnovabili nei consumi energetici finali e arrivano al 65% per le sole rinnovabili elettriche. Certamente meglio dello scorso piano approvato nel 2020 ma comunque dieci punti sotto quel 75% inizialmente previsto, quando altri paesi europei dell’area mediterranea come la Spagna puntano a superare l’80%. 

Il piano è stato sin da subito presentato come un documento cauto che non vuole strafare ma vuole essere realistico, c’è però da dire che così si rischia di non raggiungere al 2030 tutti gli obiettivi prefissati.

Le associazioni ambientaliste riunite: WWF, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e Transport & Environment hanno condiviso una nota segnalando le perplessità, della prima bozza presentata a fine giugno e il testo definitivo inviato a Bruxelles non varia di molto.

Nel testo inviato lo scorso 20 luglio dal Ministro Pichetto Fratin alla Von der Leyen si nota un’apertura verso l’eolico offshore ma per il resto i parametri rimangono pressoché invariati. L’approvazione del piano, ora al vaglio degli organi UE, deve avvenire entro il Giugno 2024 e da lì ci saranno ‘solo’ 6 anni per attuare tutti gli obiettivi.

Le associazioni di settore si sono dimostrate ottimiste ma con un’indicazione comune, ossia che questi obiettivi sono possibili solo se si continua a semplificare la parte burocratica, si fa un’attenta e puntuale progettazione si da subito e si punta alla #cogenerazione dell’energia. Vero punto di snodo, perché ancora oggi la cogenerazione energetica ha norme più stringenti della generazione separata e per questo deve essere aiutata.

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24-07-23

Scritto da:

Solarfast


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