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Green Deal Industrial Plan: il nuovo piano sostenibile dell’UE

La Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di…

La Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il nuovo Green Deal Industrial Plan (GDIP), piano industriale europeo, è stato lanciato a febbraio dalla Commissione UE con l’obiettivo di accelerare la transizione verde e proteggere la competitività dell’industria europea delle tecnologie pulite. Un terzo dei 1800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa NextGenerationEU e il bilancio settennale EU finanzieranno il Green Deal, che trasformerà l’Unione Europea in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva.

Il piano, annunciato da Ursula Von Der Leyen, al World Economic Forum di Davos, si basa su iniziative precedenti e fa leva sui punti di forza del mercato unico dell’UE, integrando le azioni intraprese nell’ambito dell’European Green Deal e di REPowerEU. GDIP mira a predisporre un ambiente più favorevole all’aumento della capacità produttiva dell’UE per le tecnologie e i prodotti a zero emissioni necessarie a raggiungere gli obiettivi dell’Europa per la neutralità climatica nel 2050.

Sono quattro i pilastri su cui si basa il programma:

1. Un’attenzione particolare alla semplificazione della normativa con un iter più semplice per facilitare le industrie net zero, ovvero processi autorizzativi più veloci per iniziative legate alle fonti rinnovabili. Inoltre, promozione di progetti strategici su suolo comunitario e sviluppo di standard che supportino la diffusione di tecnologie a ridotto impatto ambientale nel mercato unico europeo, con spazio di libera circolazione di merci e persone.

2. Per l’ accelerazione dell’accesso ai finanziamenti la Commissione Europea ha preparato e inviato agli stati membri una bozza del Temporary state aid crisis and transition framework, in adattamento allo State aid temporary crisis framework. Uno strumento pensato, appunto, per sbloccare più facilmente i finanziamenti pubblici. L’esecutivo europeo vuole facilitare la concessione degli aiuti di Stato all’interno dei Paesi membri, mantenendo la leale concorrenza tra le mura del mercato unico ed evitando la frammentazione nazionale legata alle diverse tipologie di sostegno in tempo di pandemia.

3. Aggiornamento delle competenze per realizzare la transizione e il rafforzamento della cooperazione commerciale globale per le tecnologie pulite. Con lo European year of skills, l’esecutivo prevede di istituire le Net-zero industry academies per avviare programmi di aggiornamento e di apprendimento utili sia al posizionamento delle nuove leve in settori strategici sia alla convergenza di finanziamenti pubblici e privati.

4. Incremento della cooperazione. Per garantire il pieno sviluppo delle tecnologie a ridotto impatto ambientale la Commissione evidenzia l’importanza di promuovere la propria attività nel pieno rispetto dei principi della concorrenza leale e del libero scambio, oltre che di lavorare in collaborazione con la World trade organisation, l’Organizzazione mondiale del commercio. Alla base degli accordi di libero scambio, che saranno siglati all’interno della cornice del Free trade agreements o di altre forme di cooperazione, c’è la volontà di proteggere il mercato unico da distorsioni nella concorrenza sleale provocate da sovvenzioni estere, Cina e Stati Uniti in particolare.

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Del:

10-03-23

Scritto da:

Solarfast


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